Firenze nel XX secolo



Il Ponte Vecchio durante i bombardamenti del 45
Nonostante il fronte italiano nella Prima Guerra Mondiale si trovasse molto più nord e Firenze non sia stata teatro di combattimenti, il conflitto ebbe notevoli ripercussioni sulla città: molti giovani fiorentini morirono in battaglia e nell`inverno 1917 la scarsità di rifornimenti, unita alla rigidità del clima, mise in difficoltà gli abitanti del capoluogo toscano.

Alla fine della guerra furono predisposti progetti di ricostruzione incentrati sulla creazione di una zona industriale nella parte settentrionale della città. Lo sviluppo industriale della città portò con sé anche la nascita di numerose associazioni di lavoratori, iniziando la tradizione di appoggio alla sinistra ancora oggi radicata nella vita politica e sociale fiorentina.

Negli anni `20 Firenze divenne anche una delle basi del fascismo e nel decennio successivo l`appoggio al regime di Mussolini garantì a Firenze la realizzazione di opere quali la stazione di Santa Maria Novella (1933-1935) e lo stadio nel quartiere di Campo di Marte (1932). Nonostante ciò e malgrado la violenza e l`aggressività degli squadristi mussoliniani, a Firenze l`opposizione di sinistra continuò ad operare clandestinamente.

Con l`entrata dell`Italia nel secondo conflitto mondiale a fianco della Germania, i fiorentini si organizzarono per proteggere la città e i suoi monumenti da bombardamenti e saccheggi, che si fecero sempre più intensi a partire dal 1943, quando l`Italia firmò l`armistizio, di fatto abbandonando il vecchio alleato al suo destino.

Quando nel luglio del 1944 le truppe alleate stavano per entrare a Firenze per liberarla dai tedeschi, questi ultimi decisero di abbandonare la città distruggendo tutti i ponti. Lasciarono i piedi solo Ponte Vecchio, con le sue botteghe. Gli alleati entrarono a Firenze il 4 agosto 1944 e le ultime sacche di resistenza tedesca abbandonarono le colline intorno alla città solo nei primi giorni di settembre.


Firenze - Alluvione 1966
Nella fase di ricostruzione della città fu data priorità ai ponti e nel giro di pochi anni furono ricostruiti Ponte alla Vittoria, Ponte San Niccolò e Ponte alla Carraia.

La vita politica fiorentina del secondo dopoguerra è stata dominata dalla figura di Giorgio La Pira, sindaco della città dal 1951 al 1958 e dal 1961 al 1965. Uomo di profonda fede e di formazione politica cattolica, si schierò a fianco dei più poveri e appoggiò le rivendicazioni degli operai nei confronti dei datori di lavoro.

Nel 1966 una nuova tragedia colpì Firenze: a causa delle piogge torrenziali che si abbatterono sulla città, il 4 novembre l`Arno straripò, sommergendo la città con un fiume d`acqua e fango e uccidendo alcune decine di persone; migliaia di famiglie persero tutto. Oltre ai drammi umani, l`alluvione causò seri danni anche al patrimonio artistico fiorentino. A seguito di questo evento molte persone si recarono a Firenze per aiutare i fiorentini a salvare il patrimonio librario della Biblioteca Nazionale. L`aiuto di questi angeli del fango fu determinante.

 

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